Proseguiamo la riflessione sul linguaggio dando voce anche a una differente opinione sul tema dell'utilizzo della schwa (Ə)*, con Andrea De Bendetti, giornalista, docente, e autore per Einaudi del saggio Così non schwa. Limiti ed eccessi del linguaggio inclusivo.
* "Ə" è un simbolo utilizzato in diverse lingue scritte nell'alfabeto latino, chiamato «scevà» (adattamento italiano del tedesco Schwa). Il simbolo è stato proposto da alcuni come opzione per indicare una desinenza neutra delle parole, inesistente in italiano, che eviti di specificare il genere sessuale dei referenti, di far concordare desinenze maschili plurali con referenti plurali misti maschili e femminili (il cosiddetto maschile non marcato), e per includere le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere. (Da Wikipedia )
Si legge sul sito dell'editore: "Il dibattito sul linguaggio inclusivo è tornato prepotentemente in auge negli ultimi tempi grazie a interventi di addetti ai lavori sul tema delle dissimmetrie di genere in italiano. Molto si discute, in particolare, sulla proposta di utilizzare il simbolo fonetico dello «schwa», corrispondente a un suono vocalico «neutro», per superare il cosiddetto «binarismo» linguistico. In questo libro, partendo dalla questione del maschile «non marcato», si riflette sull’eccessiva importanza attribuita ai significanti rispetto ai significati e si propone un’analisi costi-benefici di una soluzione che, pur partendo da premesse in parte condivisibili, riduce il discorso sul linguaggio a una pura questione espressiva a scapito della dimensione comunicativa e di quella pragmatico-testuale"
Con De Benedetti introduciamo anche il tema dell'intelligenza artificiale e in particolare di come possa influenzare o trovare applicazioni nella scrittura, argomento che ha affrontato nel suo libro Scrivo ergo sum: piccolo manuale di scrittura ai tempi dell'intelligenza artificiale, uscito di recente per i tipi del Sole 24 Ore. "Perché la scrittura è destinata a rimanere, anche nel peggiore degli scenari, il più importante presidio della nostra sovranità intellettuale e la più profonda testimonianza della nostra essenza umana."